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Sembra strano ma nel mercato del lavoro, oggi, ciò che fa la differenza è qualcosa di non quantificabile e che non compare direttamente sul CV.

Perché molte persone trovano difficoltà a superare colloqui di lavoro malgrado abbiano un curriculum di tutto rispetto e numerose esperienze alle spalle? Come mai questi soggetti, nonostante una laurea, un master e una formazione eccellente, spesso, vengono ritenuti inidonei e scartati? Probabilmente non tengono abbastanza in considerazione l’importanza delle soft skills nel mercato del lavoro odierno.

Un curriculum ricco di qualifiche, studi, esperienze lavorative e specializzazioni non basta più, da solo, per farsi notare. Non contano più soltanto le competenze tecniche: ciò che fa la differenza sono le competenze trasversali.

# COSA SONO LE SOFT SKILLS?

Con il termine soft skills si intendono tutte quelle capacità, personali e interpersonali, che caratterizzano l’approccio individuale alle situazioni e l’adattabilità ai vari contesti. In poche parole, si tratta delle cosiddette “competenze trasversali”, qualità spesso innate che non sono riferibili ad alcun tipo di formazione specifica e che, al contrario, attengono alla sfera caratteriale di ciascuno.

Le soft skills hanno il pregio di essere facilmente adattabili a contesti lavorativi differenti e quindi sfruttabili in molteplici ambiti diversi: è questa la ragione che spinge un selezionatore a valutarle così positivamente nel corso di un colloquio o mentre esamina vari curriculum (specialmente quelli di neolaureati o persone con poche esperienze lavorative alle spalle).

# QUALI SONO LE SOFT SKILLS PIÙ RICHIESTE?

Le soft skills rientrano nella sfera dell’Intelligenza Emotiva. Proprio per questo, a differenza delle classiche competenze tecniche (o hard skills) non sono facilmente misurabili e non è possibile creare un elenco in grado di comprenderle tutte in maniera esaustiva.

Benché sia così difficile ricavarne una catalogazione definitiva, è possibile suddividerle in macrocategorie: possono essere qualità riferibili alla capacità di gestire se stessi oppure attitudini socio-relazionali, capacità cognitive oppure doti manageriali. Poco importa: chiunque ne possiede qualcuna, e molte di queste sono particolarmente richieste dal mercato del lavoro.

– Problem Solving:

Molto probabilmente è una delle soft skills più importanti e ricercate. La capacità di individuare i punti critici di un progetto, stabilire le priorità e risolvere i problemi nel minor tempo possibile è un’attitudine fondamentale nel mercato competitivo in cui viviamo.

– Capacità organizzative/gestionali e cura del dettaglio:

Caratterizza quei soggetti che riescono a pianificare il lavoro prestando la massima cura ai particolari in fase di realizzazione. È una qualità molto apprezzata perché denota una spiccata propensione al raggiungimento degli obiettivi in maniera economica, sia di tempo che di risorse.

– Autonomia:

È la capacità di portare a termine un lavoro o sviluppare un progetto in maniera autonoma, senza la costante supervisione o l’incoraggiamento di qualcuno. Implica una buona fiducia nei propri mezzi e la naturale inclinazione a fare affidamento sulle risorse a propria disposizione.

– Flessibilità:

La capacità di sapersi adattare è una vera e propria arte. Sia che si tratti di un mutamento nel proprio contesto lavorativo, sia che si debba cambiare completamente lavoro o stile di vita, chi sa adattarsi riesce a trovare una via d’uscita in ogni situazione.

– Fiducia in sé:

Presuppone un buon grado di consapevolezza di quelli che sono i propri mezzi e le proprie possibilità. Chi ha bene in testa il proprio valore e riesce a farlo percepire a chi ha di fronte, infonde fiducia nel proprio interlocutore e acquisisce autorevolezza.

– Capacità comunicative:

Il talento nella comunicazione sta tanto nell’espressione di idee e punti di vista propri, quanto nell’abilità di ascoltare e recepire idee e punti di vista altrui. La propensione a trasmettere in modo chiaro ed efficace informazioni e ad assorbirle in maniera rapida e costruttiva è una dote inestimabile al giorno d’oggi.

– Tolleranza allo stress:

È la dote che viene maggiormente valutata in ambiti lavorativi particolarmente frenetici o di responsabilità. Saper gestire pressione, scadenze improvvise o stress derivante da un ambiente competitivo è una qualità imprescindibile per mantenere il controllo e la concentrazione. Chi ha un’elevata resistenza allo stress riesce a mantenersi focalizzato sull’obiettivo senza sfogare la propria frustrazione sugli altri.

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– Inclinazione al “pensiero laterale”:

Ci sono persone che istintivamente ragionano in maniera differente rispetto agli altri. La curiosità e l’interesse a scoprire strade meno battute stimolano la loro creatività e li portano a raggiungere obiettivi in modo del tutto originale. Un approccio fluido ai problemi, la capacità di muoversi su più livelli di ragionamento e in settori apparentemente scollegati tra loro sono qualità molto ricercate perché ampiamente sfruttabili in qualsiasi occasione.

– Propensione ai rapporti interpersonali e/o al lavoro di gruppo:

È la capacità di rapportarsi con le persone in maniera naturale e spontanea, l’abilità di interfacciarsi col pubblico senza timori oppure di collaborare con gli altri per raggiungere un obiettivo comune. Carisma, simpatia, fascino: comunque la si voglia chiamare, questa propensione genera una forza attrattiva in chi la possiede, permettendogli di muoversi con disinvoltura anche in condizioni che ad altri risulterebbero disagevoli.

– Propensione alla leadership:

Racchiude in sé molte delle soft skills elencate. Implica fiducia in sé, capacità organizzative e comunicative, senso di responsabilità, flessibilità e inclinazione al problem solving. È una dote innata di chi riesce naturalmente a farsi seguire, ma anche a motivare e spronare chi ha intorno per raggiungere obiettivi ambiziosi.

# COME MIGLIORARE LE PROPRIE COMPETENZE TRASVERSALI?

Ovviamente non esiste una formula magica che permetta di migliorare le proprie soft skills o di acquisirne di nuove: è possibile, ma non automatico (e neppure semplice, trattandosi perlopiù di qualità innate).

Il primo passo da compiere è sicuramente quello di prendere consapevolezza delle qualità che si posseggono già. Rendersi conto di aver sempre sottovalutato una dote che invece è molto richiesta in alcuni settori, può dare lo stimolo per mettere a frutto una capacità che si rischia di non valorizzare a dovere. Se sei una persona socievole, simpatica, estroversa e comunicativa perché non sfruttare tutto ciò in attività di pubbliche relazioni? La presa di coscienza è fondamentale.

In secondo luogo, è molto importante non fossilizzarsi esclusivamente sullo studio o sul lavoro. Fare un’esperienza all’estero, un tirocinio o uno stage, anche in settori diversi da quelli di propria competenza, sono ottimi modi per allargare i propri orizzonti, variare gli interessi e incentivare la creatività; dedicarsi a un hobby aiuta ad aumentare la concentrazione e a controllare lo stress; praticare uno sport di squadra allena la capacità di collaborare con gli altri; mettersi nelle condizioni di doversi esporre, come ad esempio un corso di teatro, consente di sviluppare qualità espressive e comunicative, oltre a incrementare la fiducia in se stessi.

Di sicuro, prima si comprende l’importanza di queste competenze e meglio è: saper valutare tempestivamente i propri punti di forza permette di coltivare un lato del proprio carattere che sarà possibile sfruttare con naturalezza in futuro.

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