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Nelle strategie di marketing tradizionale il field marketing è sempre stato un punto fondamentale, perché permette il contatto diretto tra azienda e cliente. Promoter che fanno vendita diretta, offrono test gratuiti o con offerte in promozione e fanno dimostrazioni. Nell’era del digitale questo può sembrare strano, passato, di vecchio stile, ma il contatto diretto rimane uno strumento ad alta conversione. Il field marketing, infatti, si differenzia per la sua caratteristica di poter lavorare faccia a faccia con il potenziale cliente e risulta essere davvero efficace perché permette all’azienda di cogliere le esigenze del consumatore e creare un’offerta su misura.

Questa tipologia di attività si può sviluppare in diversi modi, quali: in store promotion, merchandising, sales force, allestimenti, guerrilla marketing. Per aumentare l’efficacia dell’azione è preferibile unire alla presentazione dei prodotti dell’azienda, la distribuzione di gadget e campioni gratuiti che invoglia i consumatori ad interessarsi ulteriormente al prodotto.

Per le location, invece, il Field Marketing non si ferma all’interno della catena della distribuzione moderna bensì coinvolge anche ambiti esterni come fiere, eventi, piazze, metropolitane, stazioni e aeroporti in parole povere luoghi pubblici o privati ad alta pedonabilità. Chiaramente per meglio sfruttare questa strategia molto diretta occorre una presenza costante di una figura specifica: un buon field marketer sarà indispensabile per organizzare tutto ciò che comporta una presenza fisica e costante sul campo.

 

Organizzare una campagna di field marketing

Una volta elencate le principali strategie e modalità di field marketing è opportuno precisare che la prima mossa da compiere è sempre quella di studiare il proprio target di riferimento per scegliere la tattica e la location più idonea. Le statistiche di mercato sono un buon punto di partenza, ma il field marketer può iniziare a operare proprio raccogliendo informazioni utili in tal senso; gli addetti alla vendita sono a loro volta delle figure fondamentali per collezionare i dati dei clienti nei retail shop e indirizzare così gli sforzi nella direzione corretta. Una volta specificato il target si può iniziare a definire il luogo dell’attività sul campo. Ci sono diverse strategie ma l’obiettivo è sempre quello di tramutare l’interesse del cliente (o una sua curiosità) per un determinato prodotto in un’azione d’acquisto; anche le offerte dedicate o il couponing possono dare ottimi risultati se messi in atto nel punto giusto. Per lavorare direttamente sul campo, inoltre, sarà cruciale investire sul personale e nella sua formazione.

Secondo un recente sondaggio di Nielsen Europe, il 67% dei consumatori predilige ancora l’esperienza in store rispetto all’e-commerce ed agli acquisti tramite i grandi colossi del web. È un dato che lascia intendere chiaramente una cosa: investire sul field marketing e sulle attività connesse non è ancora (né lo sarà nel prossimo futuro) cosa vana. Capire l’evoluzione di questa specifica tipologia di marketing e riuscire a dominarla sarà essenziale per diventare un player di primo livello nel rinnovato futuro del retail.

 

OM Group e il Field Marketing

Il 27 Giugno 2019, a Milano, durante la IX edizione di Le Fonti Awards, Om Group riceve il primo premio come eccellenza dell’anno nella progettazione del marketing operativo. Azienda che si occupa di field marketing, da 15 anni, crea reti di promozione e vendita dedicata per aziende come American Express, Italo, Tim e Iccrea Banca posizionando i propri collaboratori in zone ad alta pedonabilità. Leader in Italia con oltre 400 punti vendita, 200 dipendenti, 1.200 collaboratori addetti alla vendita e un’organizzazione di selezione e formazione gestita internamente da esperti del settore.

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